Il carico glicemico è un parametro che presenta enormi limiti di valutazione. Ciononostante esprime in termini poco matematici ma indicativi, l'incidenza degli zuccheri ingeriti con un pasto sulla risposta insulinica dell'organismo.
Carico Glicemico = ( Indice glicemico x gr. di carboidrati) / 100
Da questa formula si evince che per la valutazione del CG è importante conoscere l'indice glicemico degli alimenti. L'indice glicemico di un alimento è un altro parametro difficile da stabilire. Infatti numerosi sono i fattori che lo influenzano: maggiore è la lavorazione di un prodotto industriale maggiore sarà il suo indice glicemico. I diversi formati di pasta hanno indice glicemico diverso. Gli alimenti cotti rispetto a quelli freschi hanno un indice glicemico più alto. Una pasta cotta al dente avrà un indice glicemico più basso di quella a grado di cottura elevato. La maturazione della frutta farà innalzare notevolmente l'indice glicemico dell'alimento in questione. A parità di alimento, la provenienza geografica influenza l'indice glicemico.
Ad una prima valutazione quindi, tenere conto dell'indice glicemico e del relativo carico glicemico di un alimento potrebbe sembrare del tutto inutile e quasi impossibile. Eppure tenere conto di questo parametro, pur senza ricercare a tutti i costi la precisione assoluta del dato, serve al controllo glicemico e a perdere peso.
Eye To Food indica come carico glicemico da non superare per ogni pasto il valore massimo di 30, ossia il mantenimento nella zona verde. Da evitare comunque lo sconfinamento in quella rossa.
Nell’immagine in alto, viene mostrato un grafico elaborato da Eye To Food dove si mostra come la colazione della mattina e lo spuntino delle 10 non superano il carico glicemico suggerito, rimanendo nella zona verde mentre a pranzo si raggiunge di gran lunga quella rossa. Questo significa che a pranzo abbiamo associato alimenti che ci hanno fatto superare il totale dell’indice glicemico suggerito per ogni pasto. La nostra attenzione sarà quindi quella di scegliere, adiuvati da Eye To Food, alimenti e quantità che insieme non facciano superare la zona verde o perlomeno, visto che si tratta di un pasto principale, quella gialla.
Dobbiamo ricordare che il CG più alto è normalmente dato dal pane, dalla pasta, dalla frutta matura e dai dolci in generale, mentre la carne, i formaggi e le verdure, incidono pochissimo su questo valore. Ciò significa che nella scelta di un pasto, cercherò di equilibrare, a parità di Kcalorie, quegli alimenti ad alto IG con quelli a basso stimolo insulinico, cercando il più possibile di mantenermi nella zona verde.
Eye To Food aiuta a controllare questo parametro ed a scegliere gli alimenti giusti.
E’ utile ricordare che l’assunzione di un pasto solo a prevalenza di zuccheri fa assorbire i carboidrati in quantità superiore rispetto all’assunzione di zuccheri + fibre e/o proteine. Si consiglia quindi di non mangiare la pasta come piatto unico a pranzo, ma di associare sempre una giusta dose di grassi (formaggi) e/o di fibre (verdura) e/o di proteine (carne). L'esercizio fisico aiuta a controllare la glicemia e il peso. Si consiglia anche solo una passeggiata al giorno di 30 minuti a ritmo sostenuto.
Definita da molti come la vera malattia del futuro, il diabete è una di quelle patologie che, per l’assenza, almeno nella fase iniziale, di una sintomatologia specifica ed avvertibile, viene scoperta all’improvviso, spesso nell’esecuzione di altre indagini diagnostiche.
Senza scendere in particolari sulla descrizione della malattia, lasciando ai trattati, ormai numerosi, che spiegano bene i vari tipi di diabete e le modalità di trattamento, in questo contesto si preferisce parlare della prevenzione e dell’educazione ad un uso consapevole degli zuccheri, per evitare nell’età adulta di dover convivere con questa malattia. Mi riferisco in particolare al diabete tipo II o dell’adulto, che rappresenta l’atto finale di quella intolleranza agli zuccheri, come conseguenza di un’alimentazione squilibrata protrattasi negli anni, che si slatentizza associandosi ad altre alterazioni che sfociano in quella che oggi definiamo sindrome metabolica.
Se proviamo ad indagare sull’alimentazione dei nostri giovani, facilmente scopriamo che oltre il 90% mangia quasi esclusivamente pasta, pizza e merendine pronte, associando bevande gassate zuccherate. Ma sono i giovani a sentire il bisogno di questo cibo oppure rappresenta un’abitudine presa in famiglia che poi si estende inevitabilmente nella società e in chi prepara cibo per altri (ristoranti, pizzerie). Un esempio su tutti è stato quello di suggerire ai panificatori di diminuire le quantità di sale aggiunto all’impasto, cercando di far abbassare, in questo modo, la soglia di sapidità che si riflette inevitabilmente in un consumo più basso di sale aggiunto quando siamo impegnati a preparare i nostri pasti. Ma se volessi cercare di suggerire un’alimentazione più razionale, sarei in grado di preparare alternative più equilibrate conoscendo quali alimenti, quali quantità e quali associazioni risultano giuste.
Eye To Food ha dato particolare risalto a questo aspetto dell'alimentazione, e pur lasciando libera la scelta degli alimenti nella preparazione di una dieta, evidenzia lo sforamento degli zuccheri, nella speranza che possa essere utile al fruitore finale una maggiore consapevolezza di ciò che mangia.
Si tratta di un complesso di sintomi provocati da cause diverse. In genere si ritiene che la sindrome metabolica comprenda:
Si parla di sindrome metabolica quando si hanno almeno 3 di questi sintomi. Apparentemente sembrerebbero non avere nulla in comune; eppure le cause di questi sintomi sono accomunati da uno stile di vita errato. Il 90% dei pazienti affetti da sindrome metabolica hanno uno stile di vita fatto di eccessi alimentari e di scarsa attività fisica. Tutto questo porta inevitabilmente ad un aumentato rischio cardiovascolare e di ictus. Ancora una volta lo stile di vita e quindi anche quello alimentare sono al centro del problema e quindi della soluzione. Essere in eccesso di peso porta ad uno scompenso generale che danneggerà il nostro fegato (fegato grasso) ed esaspererà l'intolleranza agli zuccheri. Ricorrere alla dieta serve anzi è necessario, ma perchè i risultati diventino concreti, va ridisegnato il nostro stile di vita sia fuori che a tavola. Eye To Food ci aiuterà a capire quale alimento ridurre e cosa stiamo sbagliando, a misurare il contributo in calorie dato dal movimento, a prevedere in anticipo, utilizzando il suo diario alimentare, se l’alimentazione che stiamo utilizzando ci porterà ad un calo ponderale e di quanto senza limitarsi a creare promemoria settimanali della nostra dieta. Ci aiuterà in ultima analisi a capire come gestire gli zuccheri e le calorie affidando alla nostra consapevolezza la libertà di scelta.